Introduzione
I porti svolgono un ruolo importante nell'economia e sono strettamente correlati all'aumento della domanda commerciale, nonché alla crescita del trasporto merci marittimo.
Nel 2022, secondo dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), il traffico marittimo internazionale è stato responsabile di circa il 2% delle emissioni globali di CO2. Focalizzando l’analisi sulle emissioni del settore dei trasporti, il traffico marittimo ha avuto un peso dell’11% circa.
Mentre esistono diversi studi su come ridurre le emissioni di CO2 delle navi, la letteratura scientifica è carente sulla riduzione delle emissioni dei porti. Sebbene alcuni ricercatori considerino le emissioni portuali una piccola parte delle emissioni del trasporto marittimo, esse rappresentano circa il 3% delle emissioni globali di gas serra.
Lo studio A review of the port carbon emission sources and related emission reduction technical measures rileva che le misure di riduzione delle emissioni di CO2 per le navi in porto, hanno un potenziale medio di riduzione del 25%-70% per le misure energetiche e del 30%-50% per l’ottimizzazione delle misure operative. Mentre le misure di riduzione delle emissioni di CO2 per i porti hanno un potenziale medio di riduzione tra il 20% il 60%.
Le strutture portuali sono cruciali nel commercio sia nazionale sia internazionale e costituiscono un elemento fondamentale per lo sviluppo economico e sociale di un Paese, perché in grado di produrre ricchezza e occupazione sia a livello locale sia nazionale. Proprio per il ruolo centrale che i porti ricoprono all’interno dell’economia di un Pase, essi non devono essere visti solo come una mera infrastruttura logistica, ma come veri e propri hub energetici che possono fungere da abilitatori della decarbonizzazione non solo del trasporto marittimo ma anche delle aree urbane e industriali che sorgono intorno al porto stesso.
Il report The new energy landscape Impact on and implications for European ports della Royal HaskoningDHV individua tre livelli di coinvolgimento dei porti nella transizione energetica:
Il primo livello contiene le misure volte a ridurre le emissioni di carbonio delle operazioni all’interno del porto. Tra queste rientrano le operazioni sotto la responsabilità dell'autorità portuale, ma anche le operazioni delle compagnie di navigazione e degli operatori dei terminal;
Il secondo livello è la transizione energetica nell’area portuale più ampia. Questo livello comporta attività svolte nelle aree circostanti e direttamente coinvolte nell’attività portuale: siti industriali, collegamenti tra il porto e le aree urbane vicine e attività offshore collegate al porto attraverso catene di approvvigionamento;
Il terzo livello considera l’importanza dei porti nella transizione energetica per l’economia e la comunità circostanti. Poiché i porti operano come importanti hub logistici, sono spesso una componente critica della catena di approvvigionamento per i nuovi vettori energetici e per l’economia circolare delle risorse.
Il Port Investments Study 2024 dell’ESPO mostra che gli investimenti per la sostenibilità e la transizione energetica stanno diventando la seconda categoria di investimento più importante per le autorità portuali.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali oggetto di maggiore attenzione da parte degli enti portuali, secondo ESPO Environmental Report 2023, le prime cinque priorità mantengono la stessa posizione dell’anno precedente e sono: cambiamento climatico, qualità dell’aria, efficienza energetica, inquinamento acustico e qualità dell’acqua. I dati sono stati ottenuti dalle risposte di 90 porti europei, in rappresentanza di 20 Paesi facenti parte della rete EcoPorts.
Estendendo lo sguardo alle priorità sino alla decima posizione, troviamo: la gestione dei rifiuti prodotti dalle navi, il rapporto con la comunità locale, sviluppo dell’area portuale verso terra, gestione dei rifiuti portuali e, infine, lo sviluppo dell’area portuale verso il mare.
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